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Training Autogeno in gravidanza e nel puerperio

  • Lucia Alvisi
  • 24 set 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Oggi, senza dubbio il metodo del Training Autogeno, associato ad altre tecniche e attività psico-educative, è la forma più diffusa di preparazione e di assistenza psicologica al parto adottata in Italia.

Tecnica di interesse psicofisiologico, usata in ambito clinico nel controllo dello stress, nella gestione delle emozioni e nelle patologie con base psicosomatica, è stata sviluppata negli anni trenta da Johannes Heinrich Schultz, psichiatra tedesco.

Come per ogni metodo che viene adottato per la cura psicologica delle future mamme, anche il TA, se condotto e seguito da un professionista esperto e seguendo un approccio idoneo alle necessità specifiche, dimostra di poter svolgere alcune funzioni importanti per la salute psicologica della gestante e del nascituro.

Il TA, come dimostra la letteratura scientifica, è utile nella cura di ansia, insonnia, emicrania, asma, ipertensione, attacchi di panico e in tutte quelle patologie dove l'aspetto psicosomatico sia rilevante.

Ma il TA ha un ruolo positivo anche in molti altri contesti: in particolare, per atleti e sportivi in genere, ma anche per le donne in gravidanza perché contribuisce a creare un ottimale equilibrio psicofisico. La pratica del training autogeno ha tra le sue finalità un maggior controllo dello stress, dell'ansia, una riduzione generale della tensione emotiva e il recupero delle energie, anche grazie a un ridimensionamento spontaneo delle emozioni negative "allegate" a determinati vissuti.

Per le future mamme il compito primario del TA è quello di superare in modo cosciente gli squilibri emotivi e le oscillazioni d'umore che spesso accompagnano la gravidanza prima e il post parto poi, cercando di prevenire in questo modo patologie più gravi quali i disturbi d'ansia della gestante e la depressione post partum della neomamma.

Le modifiche che si producono con un adeguato allenamento hanno carattere di stabilità e costanza nel tempo, fattori questi assenti sia nella suggestione in senso generale che nella suggestione ipnotica. La differenza, pertanto, tra questa tecnica e le altre tecniche di rilassamento o meditazione risiede proprio nei correlati fisiologici, rilevabili con mezzi obiettivi, legati ad una effettiva e stabile modifica a livello neurofisiologico che produce a sua volta una modifica nella risposta emozionale che un soggetto ha rispetto ad un evento di natura stressante.

In particolare esercizi di TA eseguiti nel modo corretto già a partire dal 4° mese e con il supporto di uno psicologo esperto, possano ridurre se non far scomparire del tutto eventuali stati di malessere fisico legati alla gravidanza: nausea, vomito, senso di spossatezza, irritabilità, sbalzi di pressione, stitichezza, dolori muscolari... Il TA, infatti, ha come obiettivo finale quello di allenare mente e corpo a risparmiare energie fisiche e psicologiche laddove queste non siano richieste mettendole a disposizione dei momenti di maggiore stress quali, per esempio, il parto e il puerperio. Con l’esercizio infatti l’allenamento autogeno è in grado di stimolare anche la produzione di endorfine, particolari prodotti chimici del cervello che contrastano l’ansia e l’agitazione, favorendo anche il controllo dei dolori (es. sciatica o altri fastidi frequenti in gravidanza o normali nel post-partum) e il riequilibrio di messaggi nervosi come quelli che regolano la nausea gravidica e il vomito.

Al contempo esso attiva una diminuzione dell’attivazione del sistema nervoso vegetativo che viene prodotta attraverso la concentrazione autogena su stati mentali positivi che tende a produrre un graduale decremento risposte viscerali e muscolo-volontarie che si associano ai vissuti di tensione (es. contrazioni muscolari e crampi, fastidi digestivi, eccessiva trasmissione di messaggi nervosi, ecc.).

Questo metodo, da solo o associato ad altre efficaci tecniche di allenamento mentale, consente altresì di abituarsi a ridurre o a recuperare velocemente il dispendio energetico psicofisico, perché allena corpo e mente a tenere degli atteggiamenti e dei comportamenti che agevolano un minore dispendio di energie psicologiche e fisiche e che permettono di rispondere meglio ai maggiori bisogni di energia richiesti dal puerperio o che si presentano in modo ancora più impellente nel post-partum e in tutto il primo periodo di maternità.

Bibliografia

-Balaskas J., 1983, Manuale del parto attivo: gli esercizi per arrivare al parto con la sicurezza e le energie necessarie, Red.

- Lamaze F., 1956, Il parto senza dolore mediante metodo psicoprofilattico, Enciclopedia Medica Chirurgica francese.

- Piscicelli U., 1991, Training Autogeno Respiratorio e psicoprofilassi ostetrica, Piccin.

- Read D.G., 1944, Childbirth without fear, Harper, N.Y.

- Sbriglio V.S., 1980, Psicoprofilassi autogena della maternità. Guida sinottica per le gestanti dei corsi di preparazione al parto con il “training autogeno” di J.H. Shultz, Cortina, Torino.

 
 
 

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